martedì 16 aprile 2013

La poesia della sensale

Conosci l’emozione che si prova quando un amore ti basta? Quando un sentimento ti regala una pace interiore ineguagliabile persino negli inevitabili litigi, quando riesci finalmente a gustare il sapore di labbra che cercavi da tanto tempo e quella bocca non la cambieresti con nessun’altra in tutto il mondo, ecco, quando quelle labbra e lo sguardo di chi ami ti basta… per vivere davvero? È un miracolo, un dono divino o semplicemente un traguardo duramente conquistato, una gioia più che meritata.
“Chiudi gli occhi, Emilia…”
Da quella richiesta conosco anche io l’emozione di un amore che finalmente riesce a riempirmi la vita. L’amore è fiducia, è ingenuità ben riposta. L’amore è saper attendere, saper aspettare i sussulti del cuore, non è rassegnazione.
L’ultima volta che ho chiuso gli occhi è stata per paura. Paura vera. Avevo gli occhi pieni di lacrime, imploravo, mi dimenavo, tentavo di scappare inutilmente, sbalordita e angosciata… sotto il peso degli schiaffi.
Adesso no. Adesso ci sei tu. Adesso quasi non conta più niente, c’è solo un’ombra sul mio cuore, è la paura di quella sera che mi porto dietro e forse avrò con me per sempre, inevitabilmente. Ma è stata quell’ombra a farmi apprezzare la tua luce. È l’unica cosa che posso e voglio fare ora, Antonino, per farti capire che di te mi fido, oggi, 14 febbraio 2012, giorno della festa degli innamorati, per farti capire che ho sbagliato, sì, che ho sbagliato a spaventarmi di fronte ai tuoi sentimenti, che non è giusto condizionare le proprie sensazioni e giudicare le emozioni di un’altra persona solo perché un disgraziato che di me non ha capito nulla mi ha spezzato il cuore e un bastardo ha tentato di rovinarmi anima e corpo. Avevi ragione tu, Nino, non son riusciti a cambiarmi. Ora sono qui con te ed è quello che conta. Non ferirmi… ma so che non lo farai. Tu non lo farai perché mi vuoi bene veramente. Hai aspettato un anno per avermi qui accanto a te, a due passi dal lungomare partenopeo. Ora non scappo più. Son qui per te, solo per te. E chiudo gli occhi… solo per te. Perdona il mio sospiro. Mi hanno detto che gli incubi passeranno… e magari sarà vero, ma solo se saprò vivere il sogno che da oltre un anno vuoi regalarmi e che stavolta onorerò. Ce lo meritiamo.
“Hai gli occhi chiusi, vero? Non vedi niente? Altrimenti mi rovini la sorpresa!”
“Tranquillo”
Sorrido. Finalmente. Solo una settimana fa non riuscivo a sorridere perché mi faceva male tutto il volto….
“È che… beh… al di là del regalo che ti ho portato… c’è una cosa che vorrei fare, Emilia, da molto tempo, solo che ho paura della tua reazione…”
“Falla e basta, io son qui ad occhi chiusi, aspetto tutto il tempo che vuoi”
Tremo. Tremo per paura, per… non lo so neanche io. Ho un’intuizione che mi è sfuggita dalle mani, il cuore che rinasce, la testa che si dilata verso l’infinito di un nuovo sentimento.
“Ho paura che tu possa arrabbiarti…”
“Antonino, le cose belle non fanno arrabbiare… e ti conosco, poi so e sento che mi vuoi bene, dunque non posso arrabbiarmi per qualcosa che proviene da te. Facciamo così, vado col conto alla rovescia, alla fine del quale procedi in quello che vuoi fare e che non so cosa è. Meno dieci, nove, otto, sette, sei, cinque…”
“Ehi, Emy, il countdown è troppo veloce!”
“Uff, quante storie!” e rido, continuando a tenere gli occhi chiusi, continuando a fidarmi di chi merita la mia fiducia.
“Fai… fai più piano, sai, è una cosa che sogno da tanto tempo, però ho paura della tua reazione…”
“Va bene. Facciamo così: meno quattro e mezzo, quattro e un quarto, quattro, tre e tre quarti…”
Tre e mezzo.
Il nostro primo bacio. Il nostro meraviglioso e indimenticabile primo bacio.
Bacio. Fruscio di foglie molli e rosse in un sospiro. Grido del morbido cielo vermiglio nato da un meraviglioso sussurro. Cercarsi, trovarsi, amarsi. Vento di passione che accarezza le labbra. Vino cremisi, nettare prezioso che dà l'ebbrezza d'amore. Istante fervente che mi hai donato.
Le nostre mani che si cercano, le mie che tremano, le tue che mi afferrano convulsamente, quasi non ci credi che son qui, invece ci sono, Antonino, son qui solo per te e ho aperto gli occhi, vedo il tuo sguardo, mi guardi commosso, trattieni le lacrime e solo una goccia ti sfugge dalle ciglia, sorridi e ti volti per qualche secondo davanti a noi, sospirando.
“Emilia, quanto mi hai fatto soffrire…”
Una stretta al cuore. Li ho tutti i tuoi sms di questi mesi, Nino…. Tutti li ho conservati. Grazie per essere venuto a prendermi all’università, grazie di avermi aspettato per tutto questo tempo. Scusami se volevo rispondere e non l’ho fatto… ma li ho conservati. Una parte del mio cuore forse già sapeva che sarei arrivata qui con te. Dio, grazie per avermi aperto gli occhi e soprattutto il cuore a questo ragazzo che ora mi guarda.
“Ma non importa…. Ora sei qui, è questo quello che conta. Non importa, Emilia. Io ci ho sempre creduto. Per la prima volta ti vidi che eri fidanzata e pensai che avrei dato l’anima affinché diventassi mia, poi mi hai allontanato quando avrei voluto solo dimostrarti che avrei potuto darti quello che cercavi da sempre e vedere che non mi rispondevi e tanti altri che ti corteggiavano mi faceva stare male… ma tu sei rimasta pura e semplice e ora sei qui con me e farò di tutto per non farti mancare niente…”.

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