lunedì 20 maggio 2013

Ho scelto te


'' Gli ho detto che non sa quanto mi fa stare bene. Lui mi ha risposto che nemmeno io ho idea di quanto sto facendo per lui. Ma io l'ho guardato, con quello sguardo offeso e crucciato , perché detesto che mi si risponda qualcosa di simile ad un “ anche tu “. Ho l'incredibile capacità di trasformare il romanticismo in un offesa personale. Ho risposto allora che nessuno dei due saprà mai davvero quanto e di finirla con quelle stronzate, che non siamo fatti per nulla per quelle cose Non saprà mai, che un gesto semplice per me, come il non rifare il letto se non quando si devono cambiare le lenzuola, può essere importante. Non c'era quando in collegio la prima cosa da fare appena sveglia era quella, senza nemmeno poter andare in bagno. Non c'è quando quando a casa si discute per una piega fuori posto. Quando come se oltre a rifare un letto bene non ci sia altro da fare. Ma da lui chi ha il tempo di rifarlo ? Tanto rifaremo l'amore . Chi ha tempo di litigare per una busta aperta male, quando abbiamo così tanto da parlare decisamente di altro. Non saprà mai quanto per me è importante il suo ragionamento su questo mondo di oggi. Dove tutti faticano a trovare lavoro e che non è colpa mia. Che mi ricorda che ho sempre lavorato dovendo abbandonare un po' prima gli studi, e che quindi non è colpa mia. Che andrà meglio tra qualche tempo e che sarò costretta a dargli ragione. Dove invece qui ogni giorno sento che sono inutile che non ho mai combinato nulla. Mentre lui invece mi guarda ed è entusiasta alla mia voglia di imparare, di leggere, di fare. Ogni volta che mi vede al computer a scrivere o con un libro in mano a leggere, gli viene sempre voglia di baciarmi. Qua invece lo sguardo è fisso, e il senso di colpa pesante. E' un perdere tempo, un motivo per umiliarmi. Da lui, ricevo un bacio e non saprà mai quanto per me è strano. Non sa nemmeno quanto sia strano quando propongo qualcosa, un'uscita fuori porta, una compagnia in quel negozio dove volevo andare, e lui mi risponde che sì, si può fare, quando invece ogni uomo si spaventava al mio minimo accenno al futuro di cinque giorni dopo. Non ha idea di quanto per me sia importante esporre tutte le mie paranoie e timori, senza sentirmi dire che sono pesante, ma anzi nell'essere incoraggiata a farlo perché tanto le distruggerà tutte. Di questo dubito, ma l'apprezzo così tanto. Probabilmente un giorno andrà via anche lui, o chissà che altro, ma non ha idea davvero di quanto bene stia facendo, in un periodo in cui credevo sarei potuta impazzire. '' false-speranze: Deborah Simeone.

we were born to die